La Relazione sulla gestione costituisce un allegato di bilancio da redigere nel rispetto dei contenuti minimi prescritti dall’art.2428 del Codice civile.
La predisposizione della Relazione è obbligatoria per la generalità delle società di capitali, con esonero di quelle che redigono il bilancio in forma abbreviata (art. 2435-bis, comma 7, del Codice civile), e delle micro-imprese (art. 2435-ter, comma 2, del Codice civile), a condizione che questi soggetti illustrino apposite informazioni in Nota integrativa o in calce allo Stato patrimoniale.
In base a quanto prescritto dall’art.2428, comma 1, del Codice civile, la Relazione deve contenere un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della società, dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa opera, anche attraverso imprese controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una descrizione dei principali rischi e incertezze ai quali la società è esposta.
La Relazione si sostanzia in un documento di accompagnamento, il cui scopo è quello di fornire ai lettori un quadro “fedele” per la comprensione delle dinamiche aziendali, corredando i dati contabili con le informazioni riguardanti l’andamento economico, la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impesa.
L’analisi dev’essere condotta in chiave sia attuale che prospettica e deve racchiudere le informazioni utili e coerenti con l’entità e la complessità degli affari della società, così come prescritto dall’art. 2428, comma 2, del Codice civile. Pertanto, occorre tenere in considerazione le esigenze informative dei destinatari e la complessità della realtà aziendale.
Il redattore della Relazione ha il compito di individuare il numero e la tipologia delle metriche necessarie a fornire adeguate informazioni sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa. Resta fermo, con riferimento agli indicatori finanziari (art.2428, comma 2, del Codice civile), che l’informativa dovrebbe riferirsi almeno a tre esercizi raffrontabili tra loro, integrati da una nota esplicativa contenente le modalità di calcolo adottate.
E’ opportuno, inoltre, includere nella Relazione un commento dettagliato sui valori assunti dagli indici elaborati, soprattutto in presenza di situazioni di potenziale rischio e incertezza per l’impresa, nonché di rilevante scostamento rispetto al periodo precedente.
Per costruire dei risultati parziali sulla base dei quali calcolare gli indici, occorre prima riclassificare Conto economico e Stato patrimoniale secondo altre strutture, adatte all’analisi di bilancio dettate dalla dottrina di riferimento.
L’art.2428 del Codice civile richiede che la Relazione, oltre agli indicatori finanziari, contenga anche quelli non finanziari; quest’ultimi, in particolare, saranno necessari nelle situazioni in cui i primi non sono sufficienti per esprimere con chiarezza l’andamento societario.
Gli indicatori non finanziari (Key Performance Indicator) sono degli strumenti di misura che forniscono evidenza di circostanze e fattori capaci di generare effetti significativi e impatti sulla situazione aziendale.
Alcuni esempi di indicatori non finanziari, possono essere la quota di mercato, il numero dei clienti fidelizzati, l’incidenza dei costi pubblicitari sui ricavi, i ricavi per dipendente e il tempo di introduzione di un nuovo prodotto o time to market.
In buona sostanza, l’insieme degli indicatori della Relazione devono essere “tagliati su misura” rispetto all’impresa che redige il bilancio, sicché possa dirsi che “racconta” il business dell’impresa mostrando: risultati conseguiti, probabile evoluzione e i rischi. È proprio nella Relazione che si deve dar conto con chiarezza ed evidenza del posizionamento sui mercati esteri, della diversificazione dei prodotti e del portafoglio Clienti, del comportamento della concorrenza attuale e potenziale, degli investimenti e dell’attività di R&S.
Gli interessi dei destinatari del bilancio sociale, presuppongono che nella Relazione sulla gestione siano ben rappresentati i rischi per l’ambiente e il personale che gravano sull’impresa e le iniziative di prevenzione e contrasto adottate, i rapporti con le imprese controllate, collegate, controllanti o sottoposte al controllo di quest’ultime, i rapporti con le cd. Parti correlate ma anche le operazioni su azioni proprie e/o azioni o quote di società controllanti.
Non bisogna dimenticare che il bilancio dell’esercizio del quale la Relazione sulla gestione è parte essenziale e obbligatoria (salvo le già dette esclusioni), è la base sulla quale il Sistema bancario poggia le sue valutazioni e conclusioni in sede di attribuzione del merito creditizio, meglio conosciuto come “rating” delle imprese.
Proprio perché la Relazione sulla gestione, come l’abbiamo chiamata in apertura è un abito su misura, pensiamo che per cucire addosso a una società un abito di ottima fattura sia necessario un sarto molto bravo, appassionato e, soprattutto, molto esperto.
Bibliografia
Busso D., Bilancio e Relazione sulla gestione: come migliorare il rating delle imprese, Ipsoa Quotidiano, 18 febbraio 2019.
CNDCEC Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Relazione sulla gestione, giugno 2018.
Petruzzellis Giovanni, Relazione sulla gestione: un allegato del bilancio “tagliato” sull’impresa, Ipsoa Quotidiano, 02 aprile 2019.
Torcello Marina, Relazione sulla gestione: regole e contenuti, Ipsoa Quotidiano, 09 marzo 2015.