Questi prossimi mesi saranno un tempo in cui molte imprese, a volte loro malgrado, dovranno
cambiare qualcosa. Questo qualcosa sarà molto grande o piuttosto piccolo in base a variabili
diverse: la dimensione dell’impresa, il mercato, il posizionamento in quel mercato, la situazione
economica e finanziaria dell’impresa.
Sono tutti aspetti sui quali riflette anche Andrea Guerra in questa intervista di qualche settimana fa
realizzata da Marco Montemagno e che includiamo anche in fondo a questo post (vi consigliamo di
ascoltarlo anche per altri spunti). Andrea Guerra, un manager italiano apprezzato anche all’estero,
è stato amministratore delegato di Eataly, Luxottica e sarà, tra qualche settimana, il CEO della
direzione hospitality del colosso della moda LVMH. Occupandoci da sempre del Gruppo Lube,
abbiamo potuto apprezzare direttamente Andrea Guerra amministratore delegato di Merloni
Elettrodomestici, condividendo, prima che le sue idee, la sua visione.
Prendendo spunto da un’intervista ad Andrea Guerra, CEO di LVMH,
proviamo a definire qualche linea di orientamento per la gestione delle
imprese nei prossimi mesi.
Per sintetizzare il suo (e nostro) pensiero rispetto a come le imprese potranno affrontare il
prossimo futuro, ci soffermiamo su alcuni punti che riguardano, principalmente, l’organizzazione e
la gestione aziendale e l’equilibrio economico-finanziario.
Le imprese dovranno imparare ad essere (o a diventare) resilienti, cioè capaci non solo di
resistere, ma di reagire a un cambiamento forzato come quello indotto dalla pandemia che stiamo
lentamente attraversando. Resilienza significa anche allontanarsi dallo stereotipo “piccolo è bello”
perché questo funziona solo in piccole e particolari nicchie di mercato.
Un secondo passo che le imprese dovranno fare sarà quello di un’analisi, un checkup completo
delle proprie condizioni. Dal nostro punto di vista, soprattutto per quello che concerne lo stato
economico e finanziario, ma, se ascoltate l’intervista, gli aspetti da prendere in considerazione sono
molteplici: la comunicazione, la gestione delle risorse, il rapporto con il territorio, la visione del
futuro, il modello di business.
Un terzo aspetto riguarda, infine, la capacità che avranno gli imprenditori e chi, con loro, si troverà
a guidare l’impresa nei prossimi mesi, di riuscire a organizzare al meglio l’insieme delle risorse a
disposizione. Soprattutto le persone, comprendendo quali sono i talenti da valorizzare, che siano
già conosciuti o emergenti, quali competenze mettere in campo: si tratterà di fare un lavoro di
equilibrio che sappia trarre il massimo dalle diversità, che sia capace di valorizzare le singole
individualità per raggiungere un obiettivo condiviso.
C’è poi anche un altro aspetto, a cui noi teniamo particolarmente, che riguarda l’assetto economico
e finanziario dell’impresa e in particolare la composizione dello stato patrimoniale. Ma ve ne
parleremo, insieme ad altri aspetti di questo genere, nel prossimo post attraverso i consigli e le
valutazioni della dottoressa Barbara Vecchi, partner del nostro Studio.